E' scomparso Eugenio Larible |
mercoledì 20 settembre 2017 | |
Un grande artista ci lascia: Eugenio Larible Eugenio è stato veramente grande: artista, professionista, maestro, insegnante e a tutte queste parole si deve anteporre 'grande'! Trapezista col fratello Renzo, patriarca prezioso dei figli Cinzia, David, Eliana, Vivien, a cui ha insegnato il mestiere e la professionalità. Ricordo personalmente che più di 30 anni fa diceva al giovane clown David: 'quando entri in pista e ci sono 20 persone in circo devi lavorare come se il circo fosse pieno. Ricordatelo sempre'. Quelle parole le ricordo anch'io e so che è molto difficile comportarsi così, ma David lo dimostra sempre anche se, fortunatamente, ha davanti a sè un pubblico sempre folto. Il talento non si può insegnare, ma la professionalità, la serietà, il rigore sì! Lui sapeva farlo e lo ha dimostrato anche con gli allievi dell'Accademia del Circo di Cesenatico/Verona. Le due sorelle Katie e Quincy Azzario, i fratelli Guido e Maycol Errani, lo stesso David, solo per citare alcuni suoi allievi, sono la dimostrazione delle sue capacità di insegnante. Il grande Eugenio continuerà ad essere con tutti noi, con la sua famiglia, con i suoi allievi....sarà sempre qui. Eugenio, grazie per tutto quello che hai fatto per la tua famiglia e per il circo. E grazie è poco!
Flavio Michi
Vi proponiamo questa intervista pubblicata su 'Circo' nel 2011
Eugenio Larible: “Il circo è il mio elisir di gioventù”
Più che un’intervista, quella con Eugenio Larible è stata una vera chiacchierata. Una chiacchierata di quelle che ti frullano nel cervello per un po’, che fatichi a dimenticare soprattutto per la piega ironica che ha preso. Per la sua esperienza, qual è la difficoltà maggiore per un trapezista? Io mi sono specializzato nel trapezio Washington, un numero in cui rimanevo in equilibrio sulla base del trapezio unicamente con la testa. Questa disciplina richiede molta concentrazione ed una buona dose di equilibrio, se per caso una delle due componenti viene a mancare, il mix si rivela un disastro ed il numero ne risente. Penso di aver fatto cose straordinarie, sono riuscito ad esempio a creare un numero abbastanza pericoloso, ma di forte impatto visivo: rimanevo in equilibrio sulla testa e con i piedi sorreggevo una scala di due metri, sulla quale c’era mia figlia. Nessuno è riuscito più ad eguagliarmi. Tutto il mondo conosce suo figlio. Ci regala un ricordo di David da piccolo? Era un bravo allievo? David ha sempre avuto la passione di fare il clown. Aveva tre anni ed andava nei camerini dove c’erano i clown per osservarli, ricordo che ne era estremamente incuriosito. C’era chi se lo portava addirittura con sé in pista, era diventato una sorta di mascotte. Poi crescendo la passione gli è rimasta, anche se ha imparato tantissime altre specialità: verticali, numeri di gaucho argentini, giocoleria. David non è stato un allievo modello, almeno fino ai 18 anni. Per lui il circo era un gioco, non aveva capito che sarebbe diventato anche un lavoro ed allora un giorno gli dissi: “Se vuoi fare il clown, approvo la tua decisione, ma ricordati David che un bravo clown dev’essere prima di tutto un bravo artista, un artista disciplinato e completo”. E’ stato così che mio figlio ha imparato a suonare ogni sorta di strumento musicale, strumenti dei quali si avvale ancora oggi nelle sue esibizioni. David è diventato un personaggio completo grazie a me.
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