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Vita di Misericordia PDF Stampa E-mail
giovedì 07 aprile 2011

 

«Lacrime e sorrisi» di Alberto Locchi. Storie tragiche e comiche sull’ambulanza. Un volontario, 33 anni da raccontare

Trentatré anni alla guida di un’ambulanza sono quasi una vita. Alberto Locchi, volontario da sempre, li ha messi in fila raccontandoli in un libro. il titolo, Lacrime, sorrisi e Misericordia, dice già tutto. Perché leggendo le 105 pagine del volume, in uscita il 19 maggio per Tedeschi editore, si ride a crepapelle e si piange a dirotto. Si racconta dei soccorsi al trapezista caduto fuori dalla rete di protezione poi della sala d’aspetto dell’ospedale invasa da clown e donna cannone...

...Notti passate a raccontare ai volontari più giovani storie e avventure. Alcune tragiche, altre esilaranti, come quella del capitolo di Tutti al circo!, in cui Locchi racconta un episodio incredibile. Erano i giorni di Natale del 1980 il circo, appuntamento ai tempi imperdibile, veniva montato nel p i a z z a l e sterrato) davant i all’attuale Mandela Forum: arriva una chiamata d’emergenza dal 113 (il 118 allora non esisteva), perché il trapezista era caduto a terra. «Eravamo di notte io, Massimo, Lorenzo e Patrizio— racconta Locchi — dalla sede di via Centostelle ci precipitammo in viale Paoli: arrivati nell’area del circo stavo anche per mettere sotto un cammello. Il trapezista fu soccorso in diretta, tra gli applausi del pubblico, ma una volta arrivati all’ambulanza ci fu una lotta tra i circensi, che stavano litigando su chi dovesse accompagnare il ferito in ospedale. Dissi che poteva salire solo una persona. Si misero d’accordo, ma nel frattempo mi fregarono: durante il tragitto verso il pronto soccorso il Fiat 238 andava infatti a rilento. Mi resi conto del motivo solo una volta a destinazione, quando, aperto il portellone, scesero nell’ordine la donna cannone, due clown nani con scarpe di mezzo metro e il domatore di tigri. Erano riusciti salire di nascosto e, una volta scesi, il Cto si trasformò in uno scenario da fiaba. Per fortuna il trapezista si ruppe solo qualche costola e noi iniziammo a ridere a crepapelle» .

da corrierefiorentino

 
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