Tuttavia forte e in contrasto rimane il mio ricordo delle ultime assemblee a cui ho partecipato ed è questo che vorrei raccontare.
Una volta le riunioni erano così affollate che non bastava la sala grande della sede che pure raccoglie intorno alle 150 persone, la gente si accalcava davanti alla porta tanta era la partecipazione. Mi vengono in mente quelle riunioni associate a grandi occasioni sociali, occasioni che presentavano una splendida via di mezzo tra la prima di uno spettacolo importante e una festa in famiglia. Non si parlava solo dei problemi, ma ci si incontrava, si stava insieme, ci si scambiava le idee e da questo incontro ne nascevano altre. Ricordo che non c’erano solo delle rappresentanze dei differenti circhi, ma tutti, mogli e mariti che trovavano questa occasione per incontrare persone che non vedevano da tempo, persone che condividevano le stesse problematiche e soprattutto la stessa
passione. Una giornata in cui apparire, in cui mostrare i propri successi uscendo dal quotidiano, ma rimanendo all’interno della grande Famiglia del circo. La riunione annuale era il momento per definire sinergie ed equilibri e nell’immaginario delle persone un momento imprescindibile a cui era fondamentale partecipare. Le assemblee spesso erano accese e colorite, i dibattiti aperti e fecondi di interventi con la mediazione del presidente si discuteva, si infiammavano gli animi per arrivare sempre infine a trovare una soluzione che fosse giusta quanto più possibile per ciascuno e soprattutto per il Circo.
Oggi sicuramente lo scenario è differente, ma mi preme affermare con forza che l’Ente è ancora una realtà importante, un organismo nel quale nonostante avvenimenti avversi si deve aver fiducia perché è l’unico strumento in grado di riunire molteplici realtà e renderle una sola in grado di reclamare a gran voce i propri diritti contro associazioni più grandi e realtà più ricche che tentano di remare contro. E’ vero, ciò implica anche il rispetto di doveri, ma doveri che devono essere condivisi così come i diritti e per farlo, come ho detto nel mio intervento, dobbiamo essere Coesi, Compatti e Convinti.
Questo è il mio parere personale, un’opinione che riservo da molto tempo e che ho avuto il piacere di presentare presso l’Ente, ma non è solo un’idea, è il desiderio di fare qualcosa, qualcosa di reale e concreto per il circo, il Circo Made in Italy è diventato un progetto. Ho potuto notare con piacere che molti hanno condiviso la necessità di fare qualcosa, la mia idea si è diffusa, si è ampliata, spero che abbia ottenuto consensi perché qualcosa per il circo si deve e si può fare. Anche se io ormai il circo non lo faccio più da tempo, desidero fortemente che il luogo dove sono nato e cresciuto e che ha plasmato i miei valori e me come uomo non tramonti. Non siamo Indiani e non dobbiamo finire in una riserva, così come gli Indiani d’America rischiamo infatti di essere ingiustamente accusati, ma non deve assolutamente succedere che la verità sul valore che possediamo venga fuori troppo tardi così come è successo agli indiani che sono stati apprezzati solo dopo essersi estinti. L’Ente circhi mi ha offerto la
possibilità di esprimere la mia opinione, sostegno e condivisione per l’idea di fare qualcosa perché il circo, questo pugile che continua a parare i colpi che provengono da tutte le parti si alzi in piedi e cominci a combattere. Grazie al presidente Palmiri e grazie anche a tutte le persone che mostrano ancora voglia di fare ed entusiasmo nonostante i tempi duri.
Soprattutto al prossimo incontro spero che ci siano molti più giovani perché sono il nostro futuro ed è solo con il loro aiuto che si può e si deve migliorare la situazione del circo in Italia. Io ho proposto un evento perché credo che abbia grandi potenzialità per risollevare la situazione, ma per renderlo realtà e cominciare a fare qualcosa c’è bisogno dell’aiuto di tutti, grandi e piccoli circhi, giovani e anziani, portiamo avanti i nostri nomi e la nostra passione densa di valori.
Divier Togni