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Circo, il confronto: faccia a faccia tra l’animalista Vassallo e Coda Prin PDF Stampa E-mail
martedì 07 novembre 2017

Circo, il confronto: faccia a faccia tra l’animalista Vassallo e Coda Prin, direttore del “Millennium Orfei”

 

emanuela bertolone
biella

«Lo spettacolo più triste del mondo dove animali prigionieri vengono sfruttati dopo essere stati privati di qualsiasi dignità». Così il portavoce del Movimento etico tutela animali Valerio Vassallo definisce il Millennium Circus che, da ieri sera propone 12 spettacoli in città. Vassallo, davanti ad un recinto con sei tigri, due cuccioli ed una leonessa, esprime tutto il suo sdegno al direttore artistico dello show, Derek Coda Prin. Fondamentale, secondo gli attivisti del Meta, è che ogni singola specie possa vivere nel proprio habitat naturale: «Queste tigri ora sono chiuse in un recinto, esposte a una temperatura che, questa mattina, sfiora i 12 gradi – dice Vassallo -. Si tratta di grandi felini arrampicatori che in queste gabbie hanno appena la possibilità di saltare su uno sgabello di 50 centimetri. Le tigri amano immergersi in acqua e rotolarsi nella sabbia: nel parcheggio di Città Studi invece hanno una ciotola per bere ed un po' di paglia». Vassallo inoltre evidenzia i movimenti stereotipati degli animali: «Il costante camminare avanti ed indietro nelle gabbie è sintomo di stress da cattività». Dito puntato anche contro i cuccioli nati appena un mese fa: «La nascita dei piccoli non è sinonimo di benessere ma risultato di un accoppiamento voluto dai circensi al fine di incrementare l'indotto dello spettacolo». 

Ad attirare l'attenzione del portavoce del Meta sono anche i dromedari e le zebre rinchiuse poco lontano: a disposizione del fieno ed un riparo coperto. «Dovrebbero pascolare in un prato come vorrebbe la loro natura, questi animali sono circoscritti in un'area di ghiaia e asfalto nell'attesa di essere utilizzati nello spettacolo che, grazie a luci e suoni assordanti, riesce a camuffare il loro sfruttamento e la loro sofferenza».  

Secondo i rappresentanti del gruppo, il circo altro non è altro che una «prigione legalizzata» che priverebbe l'animale di ogni dignità. «I circensi si affidano al parere veterinario di medici che non hanno competenza specifica in zoologia ed etologia – aggiunge Stefania Broglia, consigliere del direttivo di Meta -, ma semplici addetti alla supervisione del rispetto delle norme e della documentazione». Secondo gli animalisti la fine del circo è quanto mai vicina: «Sempre più persone prendono coscienza della crudeltà che si cela dietro le quinte dello spettacolo. Noi non siamo contrari al circo ma lo vogliamo con all'interno persone che abbiano scelto di farne parte».

«Un gruppo di persone che vive di ideologie e che non riesce a capire che questi animali sono nati nel circo: fuori di qui le nostri tigri, sarebbero condannate ad una morte certa». Così, il direttore artistico del Millennium Circus Derek Coda Prin, definisce il gruppo del Meta per la prima volta ospite all'interno del suo tendone a Città Studi. Il botta e risposta tra i due nasce appena Vassallo tira in ballo l'etologia non rispettata. «Già Darwin parlando di etologia si riferiva all'ambiente in cui un essere vivente cresce e si sviluppa: per le nostre tigri il circo è l'ambiente naturale, l'unico che conoscono – spiega il direttore dello show -. Tutti i nostri animali sono nati qua, questa è la loro casa e noi siamo la loro famiglia». Bisogna ammettere che l'aspetto delle tigri non sembra affatto sofferente: veloci e reattive, ad un primo sguardo paiono in buono stato di salute. «Abbiamo veterinari che controllano gli animali settimanalmente, sono tutti in ottima forma: da poco, sono nati due cuccioli. In caso di stress le fecondazioni sono impossibili». Eppure una volta le condizioni degli animali al circo erano tristemente note: «Alcune persone ricordano ancora l'immagine dell'elefante con la catena alla zampa. Fortunatamente gli anni sono passati e certe crudeltà non sono più tollerate. I nostri animali hanno spazi adeguati con possibilità di svago e movimento». 

Quella del circo è una vera e propria cultura che si tramanda da generazione in generazione dove non esistono differenze tra uomo e animale: uno spettacolo nel quale si lavora tutti assieme per regalare una serata che, nonostante il passare degli anni, riesce ancora a ricreare un'atmosfera senza tempo. 

«Provengo da una famiglia di circensi: questa è l'unica realtà che conosciamo – dice ancora Coda Prin -. Amiamo immensamente queste creature e mi fa davvero male pensare che un giorno, molto probabilmente, il circo sarà senza di loro». Ed infatti, al Millennium tutti sembrano essere consapevoli che, prima o poi, la magia di tigri, leoni, zebre e serpenti dovrà lasciare spazio a ballerini, clown e trapezisti. «Gli animalisti sono numericamente inferiori rispetto a chi ama questo spettacolo eppure sono più rumorosi – conclude l'ideatore dello spettacolo -. Un giorno probabilmente vinceranno loro e gli animali saranno banditi dallo show: un mondo del quale sinceramente non vorrò più fare parte».

Video

http://www.lastampa.it/2017/11/05/edizioni/biella/circo-il-confronto-faccia-a-faccia-tra-lanimalista-vassallo-e-coda-prin-direttore-del-millennium-orfei-68VSERjRBz7502AaMLw2XI/pagina.html

da lastampa

 

 

 
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