Preg.mo Direttore,

Preg.mo Segretario Generale,

                                                               prendo atto dell’iniziativa del CENSIS dal titolo accattivante di “PRIMA INDAGINE SUI CIRCHI IN ITALIA-Aspettando la riforma”.

Subito dopo devo rilevare come questa “ricerca” altro non sembri  se non una propaggine dell’armamentario ideologico dell’animalismo militante.

Infatti, il cuore della questione viene circoscritto in via esclusiva quanto arbitraria all’eliminazione degli animali dalle imprese circensi e la loro destinazione ai famigerati centri specializzati gestiti dalla stessa “Lega Antivivisezione”.

Ancora più paradossale è il parterre dei partecipanti al dibattito: due esponenti di spicco della L.A.V. – che spendono il loro tempo a combattere il circo - ed il direttore artistico di un festival di circo contemporaneo che, forse, si è prestato all’operazione di speculazione culturale che mira a contrapporre in modo strumentale le arti circensi classiche a quelle contemporanee.

Nessuna traccia degli “stakeholders” dell’imprenditoria circense nazionale.

Mi corre appena l’obbligo di ricordare che in nessuno dei principali paesi d’Europa – Germania, Francia, Spagna e Regno Unito così come negli USA – esiste una legislazione nazionale che vieti l’impiego di animali nei circhi ma, piuttosto, una severa regolamentazione sulle modalità di stabulazione ed addestramento.

Se dalla L.A.V. non ci saremmo aspettati null’altro che questo, è un vero peccato che un Istituto prestigioso come il CENSIS decida di spendere la sua credibilità con iniziative di tal fatta.